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Regione Piemonte

Storia

Storia del Comune di Ferrere


 

Non si sa se Ferrere (Frere in Piemontese) esistesse già ai tempi dei Romani, certamente non era una zona di passaggio degli stessi in quanto non esistono strade o altri ruderi risalenti a tale periodo; di certo il suo nome (allora Ferraria) appare ufficialmente per la prima volta in un documento del 1034 che lo indica appartenente al conte di Pombia (NO); nè si conosce la vera origine del nome.

Ancora più certi sono i documenti che, nell’anno 1100, indicano l’assegnazione da parte del Vescovo di Asti, di Ferrere alla nobile famiglia dei Garretti, che divennero Signori di Ferrere.

Per diversi secoli il feudo fu dei Signori Garretti che vi edificarono un primo castello, poi semidistrutto e riedificato più in alto: il Castelvecchio così denominato sin dalle origini.

Nel periodo dei Garretti il paese subì notevoli trasformazioni dovute a diversi fattori: incendi (1155 da Federico Barbarossa -1555 dai Francesi) e devastazioni dovute alle tante guerre del medioevo; furono tuttavia una serie di eventi, tutti avvenuti nel 1630, che determinarono l’attuale fisionomia del paese, sparso su diverse colline.

In quell’anno, infatti, Ferrere patì come tanti altri comuni del circondario, a causa del dominio spagnolo in Italia, l’invasione dei Francesi ed una lunga guerra; nello stesso anno 1630, a causa di grandi piogge, una disastrosa inondazione invase tutta la valle e, sempre nello stesso anno, la popolazione venne decimata da quella terribile peste che colpì tutta l’Italia settentrionale.

A causa di queste calamità, molti abitanti si trasferirono sulle colline circostanti, ritenendoli luoghi più sicuri, e quasi tutti vi si stabilirono definitivamente. In tal modo il paese si smembrò (e per sempre!) e, dopo che ogni piccolo borgo si edificò una chiesetta per conto suo, sorse un notevole campanilismo che resiste tuttora, specie nella popolazione più anziana. Anche la chiesa parrocchiale, dedicata a San Secondo, venne ricostruita dopo l’alluvione, a monte del Castelvecchio fu inaugurata nel 1642 ed è tuttora la Parrocchiale di Ferrere.

I conti Garretti restarono famiglia signora di Ferrere fino all’anno 1851 (quindi per ben 750 anni). Tra il 1780 e il 1785, i conti fecero costruire, sullo stesso colle della chiesa parrocchiale e a monte della stessa, una grande villa, a forma di castello ma senza fortificazioni, che venne denominato Castelrosso, forse perché dipinto esternamente di rosso. Il Castelrosso fu acquistato dalla Parrocchia nel 1956 ed è tuttora di proprietà della stessa che lo ha adibito, dopo la costruzione di un altro imponente edificio, a casa di riposo per anziani ed ora è per lo più inutilizzato, se non per qualche cerimonia.

Nel 1851 i Conti Garretti cedettero tutte le proprietà ai conti Gromis di Trana i quali, nel 1910, cedettero tutto ad Emanuele Montalcini, zio paterno del Premio Nobel Rita Levi Montalcini che, pur essendo nata a Torino, trascorse buona parte della propria gioventù in paese, ospite dello zio.

Nel giro di pochi anni Emanuele Montalcini cedette, ai Ferreresi che ne fecero richiesta, le sue proprietà, dopo averle divise in piccoli lotti, concedendo innumerevoli facilitazioni di pagamento. Il Prof. Montalcini tenne per sé solo il Castelrosso e le sue immediate adiacenze.

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