Descrizione
Giorno della Memoria
Il Comune di Ferrere dedica una via a Gaetano Garretti di Ferrere, l'eroe silenzioso prigioniero nei lager nazisti
Cerimonia di intitolazione sabato 27 gennaio ore 11
Il Comune di Ferrere, in occasione del "Giorno della Memoria", organizza sabato 27 gennaio, alle ore 11, la cerimonia di intitolazione di una nuova via del paese dedicata a Gaetano Garretti di Ferrere, Internato Militare Italiano, eroe di Unterluss e direttore dell'Archivio di Stato di Torino. Via Gateano Garretti di Ferrere è una piccola via centrale e si immette nella piazza detta del Municipio, ma che nel cambiamento toponomastico in corso a Ferrere si chiamerà piazza Rita e Paola Levi Montalcini. L'Amministrazione comunale ha voluto così omaggiare un grande protagonista della Resistenza e della cultura, un eroe i cui avi sono così strettamente legati alla storia plurisecolare di Ferrere.
Il "Giorno della Memoria", istituito in Italia con una legge del 2000, ricorda le vittime dell'Olocausto, delle leggi razziali e coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari (proprio come Gaetano Garretti di Ferrere) e politici italiani nella Germania nazista.
L'intitolazione si terrà sabato 27 gennaio 2024 (Giorno della Memoria), alle ore 11, presso il piazzale del Municipio. L'evento prevede la scopertura della nuova targa della via e una piccola cerimonia di testimonianze storiche. Sarà presente il Sindaco, Silvio Tealdi, con l'Ammistrazione Comunale, oltre al giornalista e storico Andrea Parodi, biografo degli eroi di Unterluss. Seguirà un piccolo rinfresco all'interno dell'adiacente sede comunale, già Castelvecchio dattonerigere nel 1300 proprio dalla famiglia Garretti di Ferrere.
Silvio Tealdi, Sindaco: "All'inizio del mio primo mandato fui contattato dal giornalista e scrittore Andea Parodi, che ringrazio caldamente per aver portato a conoscenza questa triste ma gloriosa vicenda degli Eroi di Unterlüss. A Ferrere la figura di Gaetano Garretti era completamente sconosciuta, anche come direttore dell'Archivio di Stato di Torino, ma la statura del personaggio fa si che oggi sia entrato degnamente nella nostra storia toponomastica"
Gaetano Garretti di Ferrere (1911-1990) è stato l'erede di una delle più importanti famiglie nobiliari piemontesi con feudo proprio a Ferrere (Asti), famiglia di forte tradizione miliare. Ufficiale del Regio Esercito Italiano, durante la Seconda guerra mondiale era un tenente di complemento dell'Arma di Cavalleria, nel IV Gruppo corazzato del Reggimento « Nizza Cavalleria ». L’8 settembre 1943, a seguito dell’Armistizio, viene catturato e disarmato dai tedeschi, compiendo la scelta di non aderire alla proposta di arruolarsi come ufficiale della Wehrmacht. Viene così deportato in Germania come Internato Militare Italiano, dove rifiuterà ripetutamente ogni collaborazione, anche per aderire come Ufficiale della Repubblica Sociale Italiana, scelta che gli avrebbe permesso condizioni di vita migliori e il ritorno in Italia per combattere contro angloamericani e partigiani italiani. Nel corso del 1944 è allo Stammlager X-B di Sandbostel, dove rifiuta di riconoscere gli Accordi Mussolini – Hitler del 20 luglio per la Civilizzazione degli Ufficiali italiani. A inizio 1945 viene condotto nell’Oflag 83 di Wietzendorf, in Bassa Sassonia. Qui il 10 febbraio 1945 viene scelto, insieme ad altri 212 ufficiali italiani, per essere condotto nel campo di aviazione di Dedelstorf, per lavorare coattamente per conto del Reich. Il gruppo si compatta organizzandosi per uno sciopero che dura otto giorni, dal 17 al 24 febbraio, rifiutando ogni possibile collaborazione con i nazisti. La mattina del 24 febbraio la Gestapo interviene: riunisce nel piazzale i sabotatori per costringerli a collaborare. Davanti all’ennesimo rifiuto si procede per la decimazione. Viene scelto uno ogni dieci ufficiali, in tutto 21, che vengono messi da parte, pronti a una fucilazione dimostrativa davanti ai compagni, per costringerli alla resa. Gaetano Garretti di Ferrere, insieme ad altri 43 ufficiali, si stacca dal gruppo e si propone di sostituirsi ai 21 selezionati. Di fronte al gesto eroico gli ufficiali della Gestapo decidono di commutare la pena della fucilazione alla detenzione al campo di punizione AEL di Unterlüss. Non si tratta di una clemenza, ma di poterli sfruttare come schiavi in un campo di sterminio, dove invece che morire in una camera a gas si muore svolgendo lavori pesanti a colpi di frustate. Garretti di Ferrere riesce a sopravvivere in un clima di girone dantesco infernale, anche al successivo trasferimento nel vicino lager KZ di Altensothrieth, satellite di Bergen Belsen. Per il gesto eroico, nel 1949, il Ministero della Difesa gli conferirà l'Encomio Solenne. Il tenente Gaetano Garretti di Ferrere, dopo un lungo periodo di degenza e riabilitazione trascorso in un ospedale tedesco gestito dalla Croce Rossa Americana, riuscì infine a rientrare a Torino. Il ritorno a casa dopo l'esperienza di quasi due anni nei lager nazisti sarà non facile, ma Garretti di Ferrere tornerà in servizio presso l'Archivio di Stato di Torino, dove - da funzionario archivista - diventa infine direttore (dopo esserlo stato a Brescia), carica che ricoprirà per vent'anni, dal 1955 al 1973, prima della pensione. Dopo la guerra riceverà altri due encomi per la sua attività lavorativa archivistica.
Così come per gran parte degli Internati Militari Italiani, e in particolare gli ufficiali, anche Gaetano Garretti di Ferrere non ha raccontato facilmente la sua esperienza nei lager nazisti, per di più morendo nel 1990, cioè prima che i suoi colleghi cominciassero a pubblicare memorie e a presentarsi come testimoni. Della sua esperienza si conserva però, proprio presso l'Archivio di Stato di Torino, una sua relazione autografa indirizzata al suo superiore, nel quale testimonia i fatti relativi a Unterluss.